L’Italia, in base al DPR 412/93, è divisa in sei zone climatiche, denominate con le lettere A, B, C, D, E, F, in funzione del consumo energetico necessario per mantenere la temperatura di confort all’interno dell’edificio, che è fissato a 20°C. Ogni comune appartiene a una zona climatica, indipendentemente dalla regione di appartenenza; nel Lazio, ad esempio, Roma appartiene a una zona (zona D) diversa da Frosinone e Rieti (zona E) a causa del suo clima più mite. Il parametro utilizzato per differenziare le fasce climatiche è il
grado giorno (GG), il cui valore numerico rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale, delle sole differenze positive (o negative) giornaliere tra la temperatura convenzionale (20 °C) e la temperatura media esterna giornaliera.
La zona A necessita di minori quantità di energia, la zona F di maggiori quantità.
Di seguito si riporta la tabella dei valori limite della trasmittanza termica dei serramenti, suddivisa per zone climatiche e differenziata tra nuove costruzioni e ristrutturazioni. Ci sono, inoltre, alcuni esempi riguardanti la ripartizione in zone climatiche delle principali città d’Italia.